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La madre di Barret Brown ha ammesso di aver aiutato il figlio a nascondere le prove

27 Marzo 2013 - Tempo di lettura: ~1 minuto

Il caso di Barrett Brown continua.

Barrett Brown è l’ormai famoso attivista e autoproclamato portavoce anonimo, che si era dichiarato non colpevole per tutti i 12 capi d’accusa presentati contro di lui. Brown era stato indagato alla fine del 2011 per il suo ruolo nella hack che mira a Stratfor.

L’accusa sostenne  che egli violò la legge  inviando su un canale IRC  un link con un file che contineva i dettagli di oltre 5.000 carte di credito rubate da Stratfor: informazioni sensibili che, sempre secondo l’accusa, egli non solo deteneva ma che avrebbe pure condiviso con altri.

Ora la madre è stata accusata di aiutare Brown a nascondere un computer portatile all’ FBI e lei stessa si è dichiarata colpevole delle accuse mosse contro di lei.

L’Observer Dallas riporta che Karen McCutchin affrontarà  una pena massima di 12 mesi di carcere e 100.000 dollari (78.000 euro) di multa, come previsto dal patteggiamento.

McCutchin è stata coinvolta nel caso del figlio il 6 marzo 2012, quando la casa di Brown  è stata perquisita dall’FBI. Dal momento che, in quell’occasione, gli agenti non trovarono tutti i  computers dell’uomo, si racarono a casa della madre ma senza un mandato, sperando che la donna li avrebbe fatti entrare ma così non accadde.

McCutchin infatti non li fece entrare dunque,  poche ore dopo, l’FBI tornò con un mandato e trovò quello che cercava.

Brown andrà incontro ad accuse pesanti, tra cui quella di aver minacciato un agente dell’FBI, e quella relativa al  Stratfor hack.

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