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Come l’open source contribuisce al Semantic Web

9 Giugno 2017 - Tempo di lettura: 4 minuti

La visione di Tim Berners-Lee del Semantic Web sta diventando più chiara attraverso i contributi open source.

Il Semantic Web, un termine coniato dallo stesso inventore del World Wide Web (WWW) Tim Berners-Lee, si riferisce al concetto che tutta l’informazione contenuta in tutti i siti internet sia interconnessa e disponibile. Questa visione di una rete di conoscenze che fornisce informazioni a chiunque lo desidera, continua a emergere e crescere.

Nella prima generazione del WWW, Web 1.0, la maggior parte delle persone erano consumatori di contenuti e nel caso si avesse avuto una presenza sul web, questa era costituita da una serie di pagine statiche trasmesse in HTML. I siti web avevano guestbook e altri moduli HTML (Form), alimentati da Perl e da altri linguaggi di script lato server, che potevano essere compilati dalle persone che visitavano la pagina web. Mentre HTML fornisce la struttura e la sintassi al web, non ne fornisce significato; quindi Web 1.0 non poteva aggiungere significato nelle vaste risorse ormai presenti nel WWW.

Successivamente è venuto il Web 2.0 e l’emergere di contenuti generati dagli utenti come blog, wiki, condivisione di video, social media e così via. Il contenuto generato dinamicamente ha creato un’interazione bidirezionale. Siti come Flickr e Twitter impiegano tag generati dagli utenti per organizzare il contenuto in categorie. Mentre questo rappresentava un vasto miglioramento sia nell’interfaccia che nell’interazione su Web 1.0, non è il pieno livello di interattività previsto dalla definizione di Berners-Lee del Web Semantico.

L’urgenza di realizzare il Web Semantico ha guadagnato valore con l’Internet delle cose in rapida espansione (IoT), in quanto ognuno di questi dispositivi crea una rete di dati semantici che possono essere interrogati con strumenti appropriati. L’intersezione dell’intelligenza artificiale, dei big data, dello IoT e delle tecnologie web collegate sta creando l’opportunità di trarre più significato e contesto dai dati che condividiamo nel nostro mondo sempre più interconnesso. Poiché questa rete di dati continua a crescere, abbiamo bisogno di strumenti software e framework per creare e leggere queste informazioni.

Come fa una pagina web a distinguere le informazioni? Come può il mio contenuto web, letteralmente parlare con altri contenuti in modo che il destinatario conosca la mia intenzione? Come può, ad esempio, leggere le informazioni in un file di testo o multimediale di wiki per determinare quali progetti attivi si sono succeduti nel 2016? Uno strumento open source che consente questo tipo di interazione è Semantic MediaWiki.

Inoltre, è nata un’enorme lista di progetti open source per estrarre significati dal Web Semantico. Questa include DBpedia, un progetto che mira a estrarre contenuti strutturati da Wikipedia. Creative Commons utilizza i dati RDF per incorporare le informazioni sulle licenze nelle pagine web e nei file MP3. Apache Jena è un’implementazione open source di SPARQL. Un altro framework open source che implementa SPARQL è Sesame.

Se desideri saperne di più su questi e altri aggiornamenti, visita la pagina web Semantic Web di W3C, che contiene informazioni sulla tecnologia, notizie, eventi futuri e altro ancora.

 

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