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Mark Zuckerberg dice che Facebook ha parlato con Robert Mueller

11 Aprile 2018 - Tempo di lettura: 4 minuti

Ma non ha voluto fornire dettagli, Facebook infatti sottolinea il fatto che l’udienza del Congresso di martedì è stata condotta a porte aperte al pubblico.

Facebook ha parlato con il procuratore speciale Robert Mueller, l’amministratore delegato Mark Zuckerberg l’ha annunciato ieri durante un’audizione a Capitol Hill.

Durante l’interrogatorio del senatore Patrick Leahy, un democratico del Vermont, Zuckerberg ha detto che qualcuno nella sua compagnia ha parlato con Mueller, anche se lui stesso non l’ha fatto. Ha rifiutato di dare ulteriori informazioni, dicendo che non era sicuro di cosa potesse condividere in una sessione pubblica. Anche Zuckerberg infatti non era sicuro che Facebook avesse ricevuto un mandato di comparizione.

“Il nostro lavoro con il consulente speciale è riservato”, ha detto Zuckerberg.

Zuckerberg è stato interrogato dal Congresso questa settimana sulla privacy degli utenti e su come i dati degli utenti di Facebook sono stati utilizzati in modo improprio da terze parti come Cambridge Analytica.

Mueller, nel frattempo, ha indagato sulla collusione con la Russia durante le elezioni presidenziali del 2016 . Le sue indagini, supervisionate dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, hanno preso di mira le persone all’interno dell’amministrazione del presidente Donald J. Trump, così come i troll russi dei social media.

Il social network di Zuckerberg è stato al centro dell’attenzione da quando è stato rivelato che i troll russi hanno abusato di Facebook – così come le piattaforme rivali Twitter e Youtube di proprietà di Google – per intromettersi nelle elezioni e seminare discordia tra gli americani. Su Facebook, i russi lo hanno fatto utilizzando una combinazione di annunci a pagamento e post organici.

Ma è l’affare di Cambridge Analytica che è al centro del più grande scandalo nei 14 anni di storia di Facebook. Le informazioni personali di circa 300.000 utenti sono state originariamente raccolte nel 2013 per un’app di quiz di personalità chiamata This is Your Digital Life, progettata da Aleksandr Kogan, un ricercatore dell’Università di Cambridge. A causa di come Facebook lavorava in quel periodo, Kogan era in grado di accedere ai dati degli amici degli amici di chi ha fatto il quiz – fino a 87 milioni di loro – e condividere le informazioni con Cambridge Analytica. L’azienda di analisi dei dati potrebbe aver utilizzato i dati per aiutare la campagna Trump durante le elezioni presidenziali del 2016.

Le proteste per l’uso improprio dei dati hanno portato Facebook a modificare il suo sito, tra cui l’avvio di uno strumento per notificare agli utenti se sono stati influenzati dall’accesso ai dati di Cambridge Analytica. Facebook ha anche annunciato nuove impostazioni sulla privacy e una politica sulla privacy più chiara e ha affermato che sta verificando le migliaia di app sul suo sito per assicurarsi che sappia come vengono raccolti i dati.

Non ultimo, Facebook sta affrontando diverse cause legali sull’uso improprio dei dati.

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