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Trump ha offerto la grazia a Assange in cambio di informazioni sugli hacker

22 Settembre 2020 - Tempo di lettura: 5 minuti

Rapporti recenti affermano che l'amministrazione di Donald Trump ha offerto la grazia al fondatore di WikiLeaks Julian Assange se rivela la fonte delle fughe di notizie di posta elettronica appartenenti al Comitato nazionale democratico prima delle elezioni del 2016.

Questo fine settimana Jennifer Robinson, l'avvocato di Assange, ha affermato che nel 2017 si è tenuto un incontro con Dana Rohrabacher, ex membro del Partito Repubblicano e Charles Johnson, un membro di spicco della campagna presidenziale di Trump, incontro che ha portato all'offerta di grazia per Assange.

La difesa di Assange ha anche affermato che l'incontro è stato condotto con l'approvazione dell'allora candidato alla presidenza degli Stati Uniti, menzionando all'attivista che Trump si sarebbe incontrato con lui se avesse accettato la sua offerta.

“Assange avrebbe dovuto rivelare l'origine delle fughe di notizie pre-elettorali in cambio di una qualche forma di grazia; I rappresentanti repubblicani ci hanno assicurato che questa sarebbe stata una soluzione vantaggiosa per tutti in modo che il mio cliente potesse andare avanti con la sua vita", ha aggiunto Robinson.

Durante il concorso elettorale del 2016, WikiLeaks ha pubblicato diversi documenti che hanno danneggiato l'immagine della candidata democratica Hillary Clinton, comprese le e-mail del Comitato nazionale democratico. Secondo quanto riferito, questa informazione è stata ottenuta attraverso varie campagne di hacking sponsorizzate dal governo russo nel tentativo di esercitare influenza nelle elezioni presidenziali statunitensi.

Il governo russo ha negato qualsiasi tentativo di intervento, proprio come Trump ha negato qualsiasi tipo di connessione a queste accuse, e l'indagine speciale del governo degli Stati Uniti non è riuscita a determinare la relazione di Trump con l'hacking, sebbene abbia confermato l'intervento.

In questo momento Assange è detenuto in una prigione britannica cercando di impedire la sua estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di accuse di cospirazione per hackerare i computer del governo, oltre a violare una legge sullo spionaggio con la piattaforma WikiLeaks, crimini che potrebbero raggiungere un condanna fino a 170 anni.

A questo proposito, la difesa di Assange sostiene che tutte le sue attività giornalistiche sono protette dal Primo Emendamento costituzionale degli Stati Uniti, quindi deve affrontare un processo politicamente motivato che mette in discussione la libertà di espressione e di stampa. 

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