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WikiLeaks: Particolari di riunioni tra Schmidt di Google e Assange

21 Aprile 2013 - Tempo di lettura: 2 minuti

WikiLeaks ha pubblicato una trascrizione di un incontro segreto tenutosi tra il presidente di Google Eric Schmidt e Julian Assange nel 2011. Lo scopo della riunione era quello di discutere le idee per un libro di prossima uscita che sarà pubblicato questo mese.

La notizia è convenientemente venuta fuori al momento giusto, dal momento che la data di pubblicazione di “The New World Digital” è a pochi giorni di distanza e le nuove informazioni aumenteranno di sicuro la curiosità intorno al libro.
Come è stato accennato prima, la riunione di cinque ore ha avuto luogo nel 2011, mentre Assange era agli arresti domiciliari in Inghilterra.

Nel corso del colloquio, i due discussero di argomenti riguardanti la tecnologia, ma non si limitarono a questo tema. Infatti, parlarono del concetto Bitcoin visto da Assange, ma anche della sua fama crescente tra le donne.

Quando parlarono di WikiLeaks, Schmidt chiese ad Assange di rispondere alle critiche sui danni al sito causati dal momento del rilascio, ma egli sostenne che “essi” fossero in sintonia con la sua versione della storia.

Più tardi, l’australiano fondatore di WikiLeaks trovò anche somiglianze con il flusso del sito di informazione non filtrata di YouTube di Google, un servizio che dà ai suoi utenti pieno potere sul contenuto del video editoriale.

Assange addirittura disse che non gli sarebbe dispiaciuta una perdita da parte di Google su tutte le richieste di dati effettuati nell’ambito del Patriot Act. Tra le altre caratteristiche importanti, il documento permette alle autorità di violare il diritto alla privacy di persone sospettate di terrorismo.

Con questo atto, le autorità possono richiedere informazioni private riguardanti il contenuto di alcune voci, che sono altrimenti riservate. Numerose richieste del Patriot Act sono considerate discutibili, perché spesso includono liste di persone non connesse con le cellule terroristiche.

Su questo argomento, Schmidt, che critica le richieste di dati effettuati nell’ambito del Patriot Act chiamandoli “non trasparenti”, afferma che una tale perdita sarebbe illegale.

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